Gagliano del Capo
Posato nell'avvallamento tra Monte Tumasi e Monticelli nell'estremità meridionale del Salento , il territorio si estende fino alla costa Adriatica con la località balneare di Marina Ciolo famosa come alta insenatura rocciosa e per l'amenità di alcune grotte marine di notevole interesse storico- artistico e paesaggistico.Dal 2006 inserito nell'area protetta del Parco Naturale Otranto- Santa Maria di Leuca.
I primi insediamenti risalgono all'età del bronzo come testimoniano i menhir rinvenuti ad Arigliano, piccola frazione che fà capo a Gagliano; dal 553 al XI sec. forte fù l'influenza bizantina e dal 877 divenne terra per i superstiti della città di Vereto distrutta dai Saraceni.
Protagonista di varie vicende feudali , dopo il dominio angioino (XIII- XV sec.) in cui il borgo venne anche dotato di mura modi ricovero per gli abitanti dei paesi vicini, nel XVII sec. passò a Laura Guarini , dei conti di Alessano , e solo nel 1806 venne sciolto da ogni vincolo feudale.
Dal nome latino di persona " Gallius" o " Gaius" , centurione romano che ebbe in possesso questa terra dopo la conquista romana del Salento , conta varie e variegate tesimonianze architettoniche delle influenze culturali a cui è stata sottoposta mantenendo comunque una forte religiosità intrinseca nella popolazione , ad oggi ancora viva come allora.
Importanti, la Chiesa Matrice di San Rocco Confessore, edificata nel 1574, su progetto dell'architetto Ercole Cassano di Tricase, ultimata nel 1608 (di gusto barocco, con qualche reminiscenza rinascimentale),la Chiesa dell'Immacolata, sede dell'omonima Confraternita, edificata nel 1860 sulle rovine della piccola cappella di sant'Angelo risalente al XVII-XVIII secolo,Chiesa di San Francesco di Paola, annessa al convento dei Minimi costruito nel 1640.
Tra i Palazzi ricordiamo il Daniele, il Comi , il Bleve , il Bitonti, il Protopapa, il Buccarello ed il Gargasole.
Fiore all'occhiello per la sua immacolata e naturale bellezza il Canalone del Ciolo, una profonda gola prodotta dall'azione erosiva dell'acqua nel suo percorso verso il mare. Il nome deriva dalle gazze ladre, dette Giole o Ciole nel dialetto salentino, che abitavano il canale. Si presenta come un profondo canyon, delimitato da alte e ripide pareti calcaree ricche di grotte, che delimita una piccola spiaggia ghiaiosa e una stretta insenatura.