Il Salento, terra che si trova tra il mar Adriatico e il mar Ionio, è di una bellezza talmente suggestiva da essere stata nel tempo fonte di ispirazione per artisti di ogni genere.
Il suo fascino pieno di contraddizioni e contrasti è stato descritto da diversi poeti, ma fra tutti ne spicca uno che ha saputo cogliere istantanee poetiche, squarci di quotidianità e storie quasi surreali di una terra che sa descrivere come se fosse quasi magica: Vittorio Bodini.

Vittorio Bodini è un poeta contemporaneo, figlio di salentini e nato nel 1924 a Bari.

Bodini è più considerato un traduttore che un poeta, dato che il numero delle sue poesie non arriva nemmeno ad un centinaio. Ma nonostante il suo numero limitato di poesie, è di certo la persona che ha saputo carpire meglio di tutti l'anima della terra salentina, cantandone il mare, il sole e le tradizioni attraverso un linguaggio diretto, triste, basilare e a volte anche un po' rude.

Lui stesso afferma di essere di famiglia e tradizione leccese e attraverso le sue opere mostra di avere con questa terra dell'estrema Italia meridionale un rapporto sofferente e controverso.

Vittorio Bodini descrive il Salento come una terra inaridita e piena di angoscia, che contrasta con l'evidente stile Barocco e il sole che la dominano.
Alcuni dei versi più famosi e toccanti di Bodini, sono contenuti nella poesia Finibusterrae, in cui parla di Santa Maria di Leuca, piccola frazione in provincia di Lecce e nota località turistica che secondo le leggende costituisce il punto di inizio dell'evangelizzazione di San Pietro, nonché il primo approdo di Enea.
Ma Bodini la descrive in modo molto diverso dalla zona turistica che conosciamo noi oggi. Per lui è l' "umile luogo dove termina l'Italia", zona piena di malinconia dove il tramonto non è romantico e dove l'inizio si confonde con la fine. Tra le sue descrizioni poetiche troviamo anche quella in cui parla di uno stretto cunicolo pieno di creature oscure e spaventose. Si pensa che si riferisca alla Grotta del Diavolo che si trova a Punta Ristola, una piccola sporgenza rocciosa che costituisce un luogo di ritrovo per i turisti.

Altri versi molto belli si trovano nella raccolta di poesie Foglie di Tabacco, dove leggiamo frasi cariche di sentimento e immagini potenti: "case di calce da cui le persone escono al sole come numeri dalla faccia d'un dado"; "Quando tornai al mio paese nel Sud, Io mi sentivo morire"; "Sulle rive del nulla mostriamo le caverne di noi stessi".

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